
© J.-B. Pech
Tutte le opere del primo piano provengono da Martres-Tolosane, un villaggio situato a circa sessanta chilometri a sud-ovest di Toulouse. Furono scoperte al livello della località Chiragan, sul posto di un’immensa villa romana che si trovava sul ciglio della Garonna e della strada che portava a Tolosa.
Gli edifici
Una villa romana ha, prima di tutto, una vocazione agricola. Permette la produzione e lo stoccaggio dei prodotti della terra di una proprietà. Ma una villa è anche il luogo dove il proprietario può esibire la sua ricchezza e la sua cultura attraverso una architettura splendida e decorazioni dipinte e scolpite che sono, a volte, fastose.
Sembrerebbe che la villa di Chiragan fosse stata occupata dal 1° al 4° secolo. Sono stati scoperti sedici ettari di edifici e si ipotizza che il territorio controllato da quella gigantesca villa potesse raggiungere i mille ettari. Si possono distinguere due tipi di usi nell’insieme degli edifici : quelli legati all’agricoltura e quelli, veri e propri palazzi, destinati al padrone : portico monumentale, numerosi giardini, piccoli cortili interiori, terme...
La scultura legata all’architettura
Centinaia di impiallacciature di marmo di ogni sorta mostrano lo splendore della villa. Questi frammenti di piraste o di montanti di porta sono caratterizzati dalla ricchezza del fogliame composto da foglie di acanto. Osservando bene i particolari, si può distinguere una moltitudine di insetti e di piccoli animali.
Gli edifici
Una villa romana ha, prima di tutto, una vocazione agricola. Permette la produzione e lo stoccaggio dei prodotti della terra di una proprietà. Ma una villa è anche il luogo dove il proprietario può esibire la sua ricchezza e la sua cultura attraverso una architettura splendida e decorazioni dipinte e scolpite che sono, a volte, fastose.
Sembrerebbe che la villa di Chiragan fosse stata occupata dal 1° al 4° secolo. Sono stati scoperti sedici ettari di edifici e si ipotizza che il territorio controllato da quella gigantesca villa potesse raggiungere i mille ettari. Si possono distinguere due tipi di usi nell’insieme degli edifici : quelli legati all’agricoltura e quelli, veri e propri palazzi, destinati al padrone : portico monumentale, numerosi giardini, piccoli cortili interiori, terme...
La scultura legata all’architettura
Centinaia di impiallacciature di marmo di ogni sorta mostrano lo splendore della villa. Questi frammenti di piraste o di montanti di porta sono caratterizzati dalla ricchezza del fogliame composto da foglie di acanto. Osservando bene i particolari, si può distinguere una moltitudine di insetti e di piccoli animali.

© J.-F. Peiré
Le fatiche di Ercole
Queste sculture, che risalgono alla fine del 3° secolo, rappresentano uno dei gruppi maggiori del museo.
Forse possiamo immaginarle inserite al livello superiore delle pareti di una grande sala o di un largo portico della villa di Chiragan. Non dimentichiamo inoltre che i colori vivi, oggi spariti, che coprivano in gran parte la scultura, rendevano le opere molto più espressive.
Ogni scena viene composta come un quadro e riferisce una delle prove inflitte ad Ercole per espiare i propri peccati. Infuriato da Era, sua matrigna, uccise i propri figli.

© J.-F. Peiré
I medaglioni degli dei
Sono esposti sei grandi medaglioni ornati di busti. Almeno una dozzina di sculture di questo tipo erano presenti nella villa di Chiragan. Così, le tre grosse teste isolate, su uno zoccolo, erano, all’origine, collocate in una cornice circolare. Questo tipo di presentazione di un personaggio in una forma circolare, che rammenta uno scudo, assai gradito durante l’epoca romana. Si ritrova, ad esempio, nell’argenteria o sui sarcofagi di marmo delle grandi famiglie. Qui, si tratta di dei ; Minerva, dea della saggezza, della guerra e degli artigiani si riconosce grazie al suo casco e alla sua corazza coperta di pelle di capra, chiamata egida, sulla quale si trova la testa della gorgone Medusa, mostro mitologico che muta in pietra chiunque incontra il suo sguardo.

Le repliche delle sculture greche
Nella Grecia antica, il bronzo era il materiale più utilizzato dagli scultori. La tecnica impiegata per lavorare questo metallo permetteva di restituire i particolari dell’anatomia con più precisioni rispetto alla pietra o al marmo. Ma, a partire dall’Antichità, i bronzi antichi furono fusi e il metallo fu di nuovo adoperato ; si perse quindi la quasi totalità della scultura greca.A partire dalla conquista del mondo greco da parte di Roma, le grandi sculture di bronzo, subito apprezzate dai nuovi conquistatori, furono copiate e moltiplicate nel marmo ; anche se varianti, nei gesti o nelle posture, possono apparire rispetto all’opera iniziale. Queste copie romane, che rappresentano dei ed eroi, decoravano le dimore delle famiglie più ricche come lo attestano le opere scoperte nella villa di Chiragan che spicca soprattutto per il numero impressionante di copie romane scoperte in uno stesso luogo.
Queste sculture furono scolpite negli studi di Roma prima di essere esportate.

© J.-F. Peiré
La galleria degli imperatori
Fin dai primi scavi della villa di Chiragan, nel 1826, decine di ritratti romani di marmo furono scoperti ; costituisce oggi una delle collezioni più importanti di Europa, e la seconda in Francia dopo quella del Louvre.La villa di Chiragan accolse così, durante più di quattro secoli, i ritratti degli imperatori romani successivi e due delle loro spose.
Vicino ai ritratti imperiali, numerosi altri busti rappresentano persone, sconosciute da noi : senza dubbio uomini di potere.